Formazione

Scuola Di Pedagogia della Mediazione Corporea ed Espressiva

ad Orientamento Simbolico-Antropologico

Formazione in Danzamovimentoterapia accreditata APID

Responsabile per la didattica: Prof.ssa Alba G.A.Naccari

21

 

CHI:

Il corso di formazione è rivolto ad educatori, assistenti sociali, operatori sociali, operatori socio-sanitari, medici, psicologi, tecnici della danza, della motricità e della riabilitazione, insegnanti, agli studenti universitari e ai laureati in scienze della formazione, scienze motorie, filosofia, medicina, psicologia).

COSA:

Il corso offre le conoscenze e le competenze relative alle metodologie pedagogiche e terapeutiche a mediazione corporea con particolare riguardo alle tecniche di danzamovimentoterapia, per poter operare in differenti contesti professionali nel campo della salute/benessere, dell’educazione, del sociale.

PERCHE’:

Lo specifico indirizzo della scuola si basa su un approccio olistico alla persona (come formazione rivolta a tutte le dimensioni dell’essere umano), nelle diverse età della vita. Tutto questo utilizzando il movimento in integrazione con altre tecniche espressive e di ascolto interiore: arte, danza etnica, narrazione, tecniche di rilassamento, meditazione in movimento, immaginazione attiva; nel coordinamento di intervento pedagogico e intervento clinico (là dove necessario). Questo approccio è proposto e rielaborato, tra gli altri, nei testi della responsabile didattica della scuola: Le vie della danza; pedagogia narrativa, danze etniche e danzamovimentoterapia (Morlacchi 2004) e Persona e movimento; per una pedagogia dell’incarnazione (Armando 2006). L’indirizzo della scuola, inoltre, mantiene un sostanziale atteggiamento di apertura nei confronti della dimensione spirituale dell’essere umano, nel riconoscimento dello spessore simbolico transculturale delle diverse forme religiose.

DOVE:

La sede del corso è a Perugia.

QUANDO:

Il corso ha durata biennale più un trimestre. L’anno accademico va da ottobre a luglio, con seminari di 16 ore al mese, concentrati in un week-end al mese più un intensivo d’estate. Alcune ore teoriche sono effettuate online.

AREE DISCIPLINARI E DI LAVORO

INSEGNAMENTI

Ognuna delle aree sarà presente nei tre anni di studio

ORE

1200

TEORIA E PRATICA DELLA DANZA MOVIMENTO TERAPIA

ORE 520

Storia e modelli, filosofia, pedagogia ed epistemologia della mediazione corporea e della dmt

40

Gruppi didattico-esperenziali a implicazione personale, laboratori

150

Metodologie di osservazione e di analisi del movimento e delle relative manifestazioni psicopatologiche

40

Teoria e tecnica del setting

40

I processi, la funzione simbolica e la psicosomatica in dmt

60

Med. Corp. Dmt e modelli psicologici e pedagogici

20

Dmt nei diversi campi applicativi: educazione, clinica, riabilitazione, integrazione della diversabilità,sociale, formazione professionale etc.

70

Gruppi di studio e metodologia della ricerca

70

Simbologia, antropologia e coreografia della danza etnica nella med. corp. e nella danzamovimentot.

30

PSICOLOGIA PSICOPATOLOGIA PSICHIATRIA

ORE 75

Psicologia dinamica e socio-relazionale, psicologia dei cicli di vita

20

Psicosomatica e psicopatologia ed elementi di medicina integrata

25

Psicologia e psicopatologia dello sviluppo

15

PEDAGOGIA DIDATTICA

ORE 55

Pedagogia della creatività e cicli di vita

Didattica dei processi creativi

40

Psicopedagogia,  inclusione e intercultura

15

COMPETENZE CORPOREE ED ESPRESSIVE

ORE 80

Anatomia, fisiologia, chinesiologia, neuroscienze

20

Storia, teoria e tecnica del movimento e della danza contemporanea

10

Terapie espressive, elementi di arte-terapia

20

SUPERVISIONE

ORE 120

Con supervisore APID (nella scuola)

100

Con supervisore APID individuali (autonomamente)

20

TIROCINIO

ORE 350

Inizierà nel secondo anno

350

Filosofia che Guida il Programma della Scuola

 

Cornice Teorica

La figura del danzamovimentoterapeuta sta acquistando sempre più nel tempo un profilo professionale autonomo, che lo differenzia sia dall’educatore che dal terapeuta, è infatti un operatore che, proprio perché si avvale di metodologie corporee e di movimento può coinvolgere tutto l’essere umano nella sua complessità, attivando le diverse intelligenze e le variegate risorse della creatività individuale. La corporeità è sempre attraversata dai diversi e misteriosi aspetti della personalità degli esseri umani. Il movimento, se ben condotto nell’opportuno setting, ha il potere di muovere, canalizzare, trasformare il mondo dell’intelligenza affettiva, ed agevolare processi di integrazione ed autenticazione personale.

Per tutto ciò nel nostro approccio consideriamo che nelle metodologie proposte l’intervento educativo in senso ampio può condensare e/o integrare in se stesso una ricaduta terapeutica; facendo del danzamovimentoterapeuta una valida risorsa nelle pedagogie e nelle terapie multimodali del lavoro di equipe. Therapeuein ritrova così il suo antico significato del prendersi cura in senso ampio, accudire, supportare nel crescere.

Lo specifico indirizzo cui la scuola fa riferimento, nell’integrazione e nel riconoscimento degli altri indirizzi esistenti, è quello simbolico-antropologico di cui una trattazione è proposta nei testi: Le vie della danza; pedagogia narrativa, danze etniche e danzamovimentoterapia (Morlacchi 2004) e Persona e movimento; per una pedagogia dell’incarnazione (Armando 2006).

Tale metodologia auspica la valorizzazione di un approccio olistico alla persona, come formazione rivolta a tutte le dimensioni dell’essere umano, nelle diverse età della vita, attraverso il movimento e la danza in integrazione con altre tecniche espressive e tecniche di ascolto interiore (arte, danza etnica, narrazione, tecniche di rilassamento, meditazione in movimento, immaginazione attiva), nel coordinamento tra intervento pedagogico e intervento clinico (là dove necessario). Questo approccio, inoltre, mantiene un sostanziale atteggiamento di apertura nei confronti della dimensione spirituale dell’essere umano, nel riconoscimento dello spessore simbolico transculturale delle diverse forme religiose.

Nel confronto con le matrici narrative ed etnocoreologiche della danza è possibile educare e curare la persona, favorendo un processo di identificazione ed autenticazione personale dei modelli culturalmente condivisi. Modelli che sono, secondo noi, l’espressione particolare di archetipi universali.

Negli antichi gesti delle coreografie dei popoli vi sono atteggiamenti e significati esistenziali che riguardano uomini e donne di tutti i tempi, indipendentemente dal luogo geografico e culturale in cui essi vivono. Questi significati e valori sono condensati nello spessore simbolico del gesto danzato. Riteniamo allora che se, oltre che insegnare le danze, si permette di viverne, autenticamente, intensamente, lo spessore simbolico, in un nuovo dispositivo nel setting della danzamovimentoterapia, allora è ancora possibile fare delle danze etniche una opportunità formativa e terapeutica.

Nell’apprendimento della danza etnica, in un contesto in cui all’insegnamento della coreografie sono integrate metodologie di movimento ed altre tecniche utili ad amplificare la percezione del simbolo, è possibile attivare in chi danza l’archetipo corrispondente, che, quale simbolo interno, ri-suona e con-suona, così, con il simbolo esterno. Coerentemente con gli studi di matrice junghiana, abbiamo inteso le danze etniche come una manifestazione-produzione particolare di realtà-atteggiamenti, modelli di comportamento istintuale1, universali che giacciono nei meandri dell’interiorità. Conoscere, vivere un simbolo, che viene proposto dall’esterno, può permettere di attivare interiormente vissuti archetipici che gli sono umanamente legati. Si attiva così una sorta di circolarità fra ciò che, in modo decisamente riduttivo, può essere chiamato simbolo esterno e simbolo interno. Dall’attivazione dello spessore interno del simbolo si possono generare all’esterno nuove coreografie, dense a loro volta di spessore simbolico”(Le vie della danza…).

Tra i presupposti culturali delle metodologie proposte consideriamo il personalismo di E.Mounier, la pedagogia e la psicologia umanistiche tra cui autori come S.Hessen, A.Maslow e V.Frankl, la psicologia analitica di C.G.Jung ed J.Hillman. Su un piano epistemologico ci siamo orientati nella ricerca di una prospettiva unitaria, cercando di collegare e sintetizzare saperi che non sempre interagiscono fra loro (ad esempio, psicologia e religione), mettendone in evidenza ed elaborandone le prospettive di integrazione in ambito formativo. Un modello di riferimento a questo proposito è per noi l’epistemologia della complessità, così come proposta da E.Morin e F.Pinto Minerva in relazione alle metodologie della mediazione corporea ed espressiva.

Finalita’ del Programma

Formare danzamovimentoterapeuti, esperti di pedagogia della mediazione corporea ed espressiva, con un profilo il più possibile unitario, nella valorizzazione e completamento della formazione previa di ciascuno studente e nel rispetto della specificità della professionalità del danzamovimentoterapeuta.

La scuola si rivolge ad educatori, assistenti sociali, operatori sociali, operatori socio-sanitari, medici, psicologi, tecnici della danza e della motricità, fisioterapisti, insegnanti, agli studenti universitari (scienze della formazione, scienze motorie, filosofia, medicina, psicologia). Il corso si propone, infatti, di offrire le conoscenze e le competenze relative alle metodologie a mediazione corporea con particolare riguardo alle tecniche di danzamovimentoterapia, per poter operare in differenti contesti professionali nel campo della salute/benessere, dell’educazione (anche come formazione permanente), del sociale. La formazione così proposta va ad articolare ed approfondire il profilo curricolare degli studenti su menzionati, mettendoli nelle condizioni, una volta laureati, di operare nei diversi ambiti della formazione, della prevenzione, della riabilitazione e della cura con specifiche capacità progettuali e competenze metodologiche di dmt. Il corso può anche rivestire interesse per chi è già formato/laureato ed opera in ambito medico, psicologico, psicoterapico o pedagogico, poiché intende fornire a questi professionisti ulteriori strumenti per arricchire le proprie conoscenze e competenze nell’ottica di uno specifico percorso di educazione permanente.

Obiettivi Cognitivi (Sapere)

Acquisire le conoscenze specifiche in relazione alla teoria, alla tecnica e all’etica della professione di esperto di pedagogia della mediazione corporea e di danzamovimentoterapeuta (con particolare riferimento all’indirizzo simbolico–antropologico) e quelle relative alle grandi aree interdisciplinari a cui la dmt è imprescindibilmente interrelata (area psicologica e psichiatrica, pedagogico-didattica, medico-neurologica, artistico-corporea-espressiva, come riportato in dettaglio nelle pagine seguenti).

Obiettivi Operativi (Saper Fare)

Saper progettare e condurre interventi di pedagogia della mediazione corporea e dmt nei più diversi contesti, con utenze eterogenee ed obiettivi altrettanto diversificati, anche in co-conduzione e/o in equipe.

Ciò implica:

  • Saper padroneggiare una molteplicità di tecniche specifiche in relazione al movimento, alla danza, all’uso della voce, del ritmo, della danza etnica, dell’expression primitive, dell’immaginazione attiva, della meditazione in movimento, delle tecniche di rilassamento ed autocontatto, alla produzione plastico-pittorica-narrativa etc.;

  • Saper comprendere i significati del movimento sul piano simbolico personale-soggettivo e culturale-universale;

  • Essere in grado di osservare, descrivere, analizzare, collegare le produzioni espressive degli utenti sia sul piano del movimento che dei materiali narrativi ed artistici che possono essere integrati all’uso della danza e del gesto;

  • Essere in grado di gestire le diverse e complesse variabili del setting di danzamovimentoterapia.

CAPACITA’ (Saper Essere)

Il piano della formazione della persona è il cuore di ogni formazione professionale, per cui obiettivi fondamentali sono:

  • Strutturare una identità professionale equilibrata, etica e consapevole sia della specificità epistemologica della dmt che dello stile personale di conduzione/educazione/terapia.

  • Strutturare, in relazione alla unicità della personalità di ciascuno studente/ssa, le attitudini funzionali alla conduzione/terapia/pedagogia della dmt (saper ascoltare, empatizzare, agevolare, confermare, liberare, motivare, canalizzare, saper rendere consapevoli, essere mediatori di cultura e conoscenza, saper valorizzare l’unicità di ogni persona, saper modulare le proprie modalità relazionali e codici affettivi, etc.)

  • Permettersi di ascoltare, elaborare, canalizzare su un piano personale (emotivo/inconscio/relazionale), le diverse istanze funzionali ad essere educatore/guida/terapeuta, anche nell’elaborazione di proprie ferite/problemi/zone d’ombra (ciò anche grazie al percorso di psicoterapia e danzamovimentoterapia personali).

  • Agevolare l’elaborazione dei vissuti su un piano personale, in relazione a grandi temi valoriali universali.

1 C.G.JUNG, Gli archetipi e l’inconscio collettivo, Opere, vol.9, Bollati Boringhieri, Torino 2002, p.44.

NB.

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