Marzo 2016 – Intervista ad Alba Naccari

Intervista a un’eccellenza italiana Alba Naccari

albaNata in Calabria, a diciotto anni si trasferisce a Perugia dove si laurea in Filosofia e poi in Teologia, insegna nelle scuole secondarie di secondo grado Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione. Nel 2000 si specializza in Danzamovimentoterapia.

Attualmente è ricercatrice di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, ed è docente presso l’Università di Perugia; dirige la Scuola di Pedagogia della Mediazione Corporea ed Espressiva di Perugia “Eurinome”, accreditata dal Miur e riconosciuta dall’Apid, e dal Cid Unesco, che eroga una formazione in danzamovimentoterapia.

FtNews in esclusiva vi presenta l’intervista ad Alba Naccari.

 

Professoressa universitaria, ricercatrice, scrittrice chi è veramente nella vita Alba Naccari?

Se dovessi scegliere delle parole che in qualche modo mi caratterizzano direi: creatività, passione per la lettura, amore per gli animali, misticismo. Da quando avevo sette anni scrivevo poesie e disegnavo alieni e astronavi, avevo la passione per ogni genere di storia e mi piaceva inventarle. Direi che ho trovato il lavoro più adatto a me: nella danzamovimentoterapia si creano scenari immaginari per aiutare le persone a crescere e a stare meglio, anche nell’insegnamento c’è molta creatività. La ricerca della spiritualità, poi, è sempre stata una costante da quando avevo diciotto anni. Tutt’ora è un riferimento imprescindibile. Poi sono vegetariana e ho quattro adorabili gatti…!!

La danza come movimento- terapia, espressione corporea e non solo, potrebbe raccontarci come è nata questa disciplina?
Nella contemporaneità nasce dal lavoro di danzatrici che proponendo la danza negli ospedali psichiatrici ne constatarono la positività per il benessere dei malati degenti, spesso reduci di guerra. In realtà l’arte e la danza, soprattutto nei loro significati simbolici, hanno sempre avuto un enorme valore pedagogico e terapeutico sin dai tempi più remoti. Basti pensare allo sciamanesimo che fa uso di molteplici aspetti dell’arte e della danza per officiare i riti e permettere a tutti, così, di rivivere i miti della collettività. In essi tutti i partecipanti apprendono ciò che è più importante per se stessi e per la comunità. Molti tra i rituali condivisi sono rituali di guarigione.

C’è un confine tra la pedagogia e la psicologia? Sono scienze complementari o opposte?
Certamente sono scienze complementari, molti studi, teorie e metodologie nate in ambito psicologico hanno fatto da stimolo alle teorie e metodologie pedagogiche. Oggi si parla sempre più di equipe multimodali in cui diversi professionisti collaborano per il benessere della persona. Il pedagogista e lo psicologo possono lavorare bene insieme coniugando le loro diverse prospettive.

Ha pubblicato numerosi libri e saggi, ci potrebbe parlare della sua creatura più cara?
Un libro al quale sono particolarmente affezionata è Pedagogia dei cicli di vita in età adulta, comprendere ed orientare le crisi e i cambiamenti nel corso dell’esistenza (Anicia, Roma 2010). E’ un libro nel quale ho cercato di riflettere sull’inevitabile processualità dell’esistenza, di come ogni momento della vita della persona prospetti
differenti compiti evolutivi e crisi inevitabili. Ho messo in evidenza come è importante saper andare avanti senza la sempre senso e schiude in ogni momento nuove prospettive, ognuno nel leggerlo può cercare in riferimento alla propria età anagrafica spunti di comprensione su di sé e sugli eventi che lo/la riguardano.

Nell’occuparsi maggiormente di formazione: dagli adulti, agli insegnanti e via dicendo, fino ad arrivare ai più giovani, potrebbe dirci se ha trovato un comune denominatore che avvicini tutti?

Mi sembra che ciò che accomuna tutti sia il bisogno di interiorità e di autenticità. Ognuno vorrebbe poter essere accettato per quello che è senza dover per forza essere bravo, bello e aitante… Il piacere e l’importanza di potersi rapportare agli altri al di là delle parole e del giudizio, nello spessore del “silenzio comunicativo”, è ciò che sorprende tutti, dà speranza e schiude prospettive ancora inesplorate. Nella mediazione ed espressione corporea simbolico-antropologica®, infatti, integriamo metodologie di visualizzazione e meditazione in movimento che permettono di contattare l’interiorità più intima come sorgente di ricchezza e unicità personale.le nazioni unite della danza

Dove trova il tempo e le energie da dedicare alle sue molteplici attività e passioni? C’è una ricetta segreta che vuole confidarci?
In realtà vorrei proprio riuscire a lavorare meno. Ciò che considero il perno irrinunciabile di ogni giornata è la meditazione, mi permette di ricollocarmi al centro vero di me, ma soprattutto di avere una prospettiva più pacifica e nello stesso tempo più distaccata da tutto, una sorgente inesauribile di piacere e bellezza.

Nel corso della sua carriera c’è stata un’esperienza che le ha cambiato la vita?
Il grande cambiamento è dovuto sicuramente alla formazione in arti-terapie e danzamovimentoterapia. Mi ha salvato da un eccessivo intellettualismo, aprendomi ad una visione più completa e complessa della realtà. Inoltre mi ha permesso di insegnare filosofia in palestra (come dicevano i miei colleghi), ovvero di partire da esperienze e vissuti concreti per riflettere insieme agli studenti e le studentesse su grandi e piccole verità.

Ha in cantiere nuovi progetti per il futuro?

Sì, ci sono diversi libri in lista di attesa… Uno si intitolerà: Pedagogia al limite, è un libro che stiamo scrivendo a più mani con alcune allieve della Scuola Eurinome di Perugia, riguarda l’attività di danzamovimentoterapia con i casi più difficili, con le persone che non possono più parlare, né muoversi autonomamente, con le quali abbiamo realizzato esperienze bellissime…!!

Un altro sarà: Danzare l’albero della vita, riguarda una sintesi, alla quale sto lavorando da anni, tra la teoria orientale dei chakra e quella ebraica delle sefiroth. E’ una sintesi teorica connessa al lavoro di danzaterapia simbolico- antropologica. Inoltre già dal prossimo anno accademico, vale a dire da settembre 2016 attiveremo (sempre con l’associazione Eurinome) un Master in Pedagogia della Mediazione Corporea e Danzamovimentoterapia con diversi accreditamenti e convenzioni universitarie… I prossimi seminari introduttivi saranno l’11 Giugno e il 2 Luglio a Perugia.

Come immagina la sua vita professionale tra dieci anni? Ci sono obiettivi e nuovi traguardi che vorrebbe raggiungere?
Mi piacerebbe lavorare meno, danzare, meditare e amare di più. Avere una casa sul mare nella quale continuare a scrivere, sognare, giocare, dipingere e progettare cose belle per le persone, gli animali e la natura.

 

Articolo di Lisa Di Giovanni

Fonte http://www.ftnews.it/articolo.asp?cod=612&titolo=Alba